Dopo anni di sperimentazioni a tutto campo, come in molti avevano previsto, il Natural Language Processing ha finalmente preso il sopravvento, finendo per rappresentare la più significativa, oltreché usabile, modalità di accesso alle meraviglie dell’AI Generativa. Avere la sensazione di “parlare con le macchine”. Perché, di questo, stiamo parlando. E non è un film ma storia di vita vissuta. Elaborare un prompt per interagire con una Intelligenza Artificiale, ovvero impartire istruzioni ad una AI mediante il linguaggio naturale, rappresenta la più democratica ed innovativa, oltreché efficace, conquista degli ultimi anni. Alla portata di tutti, “naturale”, come dice il termine stesso, veloce ed accessibile.
È bene sottolineare, però, che una AI non ha la capacità di comprendere la profondità del linguaggio umano. Sebbene sia spesso definita “AI conversazionale”, in realtà, rispondendoci, non sta davvero conversando con noi. Sta semplicemente facendo dei calcoli matematici, ad una velocità che una mente umana non potrebbe mai eguagliare. È addestrata a farlo, potendo contare – ed è questa la vera novità – su una mole di dati mai vista prima (LLM).
Cos’è un Prompt?
Nell’ambito di un Sistema Operativo (come Windows, ad esempio), un prompt (dei comandi), dall’inglese “To prompt” che significa “indurre, sollecitare”, non è altro che un’interfaccia attraverso la quale un computer richiede all’utente di inserire manualmente i parametri necessari per l’esecuzione di una determinata funzione.
Mutuando questa terminologia (ma, anche, questa funzionalità) dall’informatica, creare un prompt per una AI generativa significa, praticamente, interrogarla elaborando un testo in linguaggio naturale.
In funzione di determinati parametri, tale prompt sarà, più o meno, in grado di indurre l’AI a lanciare una serie di query all’interno dei propri sconfinati database, garantendo, abitualmente, nel giro di qualche secondo, la restituzione di una risposta plausibile ed approfondita ai nostri quesiti.
Cosa fa un Prompt Engineer?
Con l’esplosione del fenomeno ChatGPT, è stata, addirittura, creata dal nulla una “nuova professione”, costruita intorno all’elaborazione di prompt: il cosiddetto Prompt Engineer. Una figura professionale, questa, che, nel giro di qualche tempo, potrebbe davvero rivoluzionare completamente il modo di approcciarsi all’Intelligenza Artificiale.
Per svolgere questa professione, serviranno approfondite conoscenze tecniche ma, al contempo, anche una innata capacità di saper “conversare” e di impartire ordini (perché, di questo, si tratta) che possano essere bene interpretati da una macchina e che, soprattutto, siano in grado di garantire la restituzione di risultati tangibili.
Da qualche mese a questa parte, pullulano una quantità quasi infinita di prontuari per creare prompt verticali su diverse discipline, dal marketing fino alla creazione di contenuti, da copiare ed incollare nelle interfacce conversazionali delle AI ed avere l’illusione di poter ridurre drasticamente il tempo impiegato per completare i propri task quotidiani.
In realtà, mettere in mano di persone assolutamente inesperte questo immenso potere, potrebbe addirittura essere controproducente. Di qui, è nata l’esigenza di una nuova figura professionale che, in funzione delle reali esigenze del proprio interlocutore, fosse in grado di elaborare prompt personalizzati che restituissero i risultati ipotizzati. Uno scenario senz’altro stimolate, è innegabile, ma la strada da percorrere è ancora molto lunga. Staremo a vedere.