Prima battuta di arresto, almeno in Italia, per ChatGPT, la rivoluzionaria Intelligenza Artificiale generativa rilasciata da OpenAI solo a novembre scorso ma già diventata uno standard per dozzine e dozzine di aziende, che hanno prontamente provveduto ad integrarla nelle proprie applicazioni. Il Garante per la protezione dei dati personali è convinto che ChatGPT non rispetti la privacy dei suoi utenti.
Perché ChatGPT non rispetta la privacy dei suoi utenti?
È di queste ore, infatti, la notizia che il Garante per la protezione dei dati personali ha intimato OpenAI a bloccare quanto prima l’operatività di ChatGPT in Italia accusandola di raccogliere i dati personali degli utenti in maniera illecita e di non avere adeguati sistemi di verifica dell’età dei minori (il servizio è rivolto ai maggiori di 13 anni).
In particolare, non ravvedendo una base giuridica in grado di giustificare la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di “addestrare” i propri algoritmi, il Garante ha disposto, con effetto immediato, la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI.
Quest’ultima, o meglio, il suo rappresentante legale nello Spazio economico europeo (l’azienda non ha sede in Europa), ha l’obbligo di comunicare entro 20 giorni le misure intraprese in attuazione di quanto richiesto dal Garante, pena una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo.
OpenAI ha disabilitato l’accesso a ChatGPT per gli utenti in Italia
A distanza di sole poche ore dall’apertura dell’istruttoria, OpenAI ha dichiarato di aver già prontamente disabilitato l’accesso a ChatGPT per gli utenti in Italia (il sito dell’applicazione, infatti, non è, al momento, raggiungibile nel nostro Paese) e di voler al più presto confrontarsi con il Garante della privacy per spiegare con maggior grado di dettaglio il funzionamento delle proprie tecnologie.
OpenAI ha, inoltre, comunicato di aver già avviato il processo di rimborso degli utenti italiani che hanno acquistato un abbonamento ChatGPT Plus durante il mese di marzo e di aver temporaneamente sospeso il rinnovo automatico di tutti gli abbonamenti in Italia.
Aggiornamento del 04/04/2023
Con un comunicato ufficiale pubblicato sul sito web dell’Autorità amministrativa indipendente italiana, è stato annunciato che il 05/04/2023 si terrà un incontro in videoconferenza fra rappresentanti di OpenAI e il Garante per la protezione dei dati personali al fine di trovare una soluzione condivisa in grado di risolvere i profili critici sollevati dall’Autorità in merito al trattamento dei dati dei cittadini italiani.
Aggiornamento del 06/04/2023
Con un ulteriore comunicato ufficiale pubblicato sul sito web dell’Autorità amministrativa indipendente italiana, è stato annunciato che il 05/04/2023 si è regolarmente svolto il previsto incontro tra Garante della Privacy e OpenAI.
Al termine dell’incontro, OpenAI ha confermato la volontà di collaborare con l’Autorità italiana al fine di arrivare ad una positiva soluzione delle criticità evidenziate.
In particolare, la società americana si è impegnata a rafforzare la trasparenza nell’uso dei dati personali degli utenti, i meccanismi esistenti per l’esercizio dei diritti e le garanzie per i minori, oltreché ad inviare al Garante per la protezione dei dati personali, entro il 06/04/2023, un documento di dettaglio con tutte le misure adottate per rispondere alle richieste dell’Autorità.
Il suddetto documento sarà, ovviamente, passato al vaglio dal Garante, il quale, a stretto giro, si esprimerà sui contenuti dello stesso.