Gamification

Gamification: imparare giocando

Se è vero che l’efficacia di un processo formativo dipende in massima parte dalla sua capacità di incuriosire e coinvolgere i partecipanti, allora si potrà certamente dire che, per stimolare un loro comportamento attivo e misurabile, l’utilizzo delle regole e delle dinamiche tipiche dei giochi e videogiochi (Game-based Business Solutions) potrebbe rivelarsi una strategia davvero vincente.

L’insieme delle tecniche che utilizzano le meccaniche (o regole) di un gioco per massimizzare l’engagement dei partecipanti ad un corso di formazione, ovvero, i punti, i livelli superati, le sfide effettuate, i beni virtuali guadagnati e le classifiche, prende il nome di Gamification.

Non a caso, fu proprio un notissimo Game Designer, Jesse Schell, ad introdurre al grande pubblico questo nuovo approccio alla formazione, tenendo uno speech, a febbraio del 2010, durante il DICE Summit, in cui, paradossalmente, pur non citando mai la parola “Gamification”, ne evidenziò le grandi potenzialità. In realtà, il termine era stato coniato alcuni anni prima, precisamente nel 2002, da Nick Pelling, che utilizzò queste innovative tecniche per rendere ancora più efficace e coinvolgente una presentazione dei servizi dell’azienda per cui lavorava.

Secondo una stima di Mordor Intelligence, il mercato globale della Gamification potrebbe raggiungere i 15,43 miliardi di dollari entro la fine del 2024 e, addirittura, sfiorare i 50 miliardi di dollari  (48,72 miliardi di dollari) entro il 2029, con un CAGR del 25,85% durante il periodo oggetto della previsione (2024-2029). Insomma, numeri da capogiro!

Credits: Mordor Intelligence Research & Advisory (2023, December) | Gamification Market Size & Share Analysis – Growth Trends & Forecasts (2024 – 2029).

Gamification: le regole del “gioco”

L’utilizzo dei meccanismi tipici del gioco in contesti non ludici ha senz’altro una serie di oggettivi benefici per le aziende, come, ad esempio, la capacità di incrementare la motivazione e l’entusiasmo dei dipendenti oppure di favorire la loro collaborazione e il loro lavoro di squadra, ma, di contro, questo approccio, per essere davvero efficace, richiede un particolare impegno, sia a livello economico che organizzativo, oltreché una progettazione molto attenta.

Un altro aspetto da non sottovalutare, sono gli eventuali pregiudizi delle persone, che, talvolta (a nostro avviso, erroneamente) tendono ad interpretare la Gamification come un’eccessiva semplificazione del lavoro.

Al di là dello specifico contesto di riferimento, il successo di una strategia di Gamification applicata alla formazione dipende, essenzialmente, dalla definizione di obiettivi aziendali chiari e misurabili, da una adeguata personalizzazione dell’esperienza complessiva dei dipendenti, dalla definizione di obiettivi chiari per i giocatori, dalla creazione di un ambiente di gioco coinvolgente e, soprattutto, dalla scelta di premi e riconoscimenti che siano davvero significativi per i dipendenti.

Per capire come applicare le suddette best practice, proviamo a fare un esempio. Supponiamo di dover organizzare un corso di formazione sui “Fondamenti dell’Intelligenza Artificiale” e di voler utilizzare le tecniche della Gamification.

Un obiettivo chiaro e misurabile potrebbe essere quello di incrementare le competenze dei dipendenti in specifici campi di applicazione dell’Intelligenza Artificiale, come, ad esempio, il Machine Learning o il Prompting.

Per personalizzare l’esperienza complessiva dei giocatori si potrebbe, invece, somministrare un sondaggio oppure intervistare i singoli dipendenti per verificare quali siano i loro specifici interessi nel campo dell’Intelligenza Artificiale.

Per stabilire obiettivi chiari per i dipendenti, si potrebbe valutare il tempo impiegato per completare un determinato numero di moduli formativi entro una certa data oppure valorizzare il punteggio raggiunto in uno o più quiz sui diversi argomenti del corso di formazione.

Per creare un ambiente di gioco coinvolgente, si potrebbero assegnare punti per ogni modulo di formazione completato oppure uno specifico badge per ogni nuova competenza acquisita.

I premi e i riconoscimenti, infine, potrebbero includere opportunità di formazione avanzata oppure incentivi di altro genere, non necessariamente di natura economica, che siano davvero significativi per i dipendenti.

Per insegnare bisogna emozionare

Quello che vi ho appena proposto è, ovviamente, solo un esempio, ma mi auguro possa rappresentare un utile spunto per spingervi a considerare l’idea di approfondire e sperimentare queste tecniche anche nella vostra azienda (sempre che non l’abbiate già fatto), perché, come diceva giustamente Maria Montessori, “per insegnare bisogna emozionare”.

Se è vero, come “sembrerebbe” abbia detto Platone più di duemila anni fa, che “si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione”, allora potremmo senz’altro dire che, al di là delle loro implicite finalità, le tecniche della Gamification rappresentano anche una buona strategia per raccogliere insights sui propri collaboratori.

L’obiettivo è sempre lo stesso: tendere ad una progressiva, quanto indispensabile, ottimizzazione dell’attrattività e della reputazione aziendale attraverso la raccolta e l’elaborazione del maggior numero possibile di informazioni sui bisogni e le aspettative delle proprie persone.


Vuoi scoprire come implementare una strategia di Gamification nella tua azienda? Contattaci per maggiori informazioni!