L’impegno e gli investimenti di Google sull’AI proseguono a ritmi serrati. Per mantenere la leadership nelle ricerche sul web, il colosso di Mountain View ha in programma di utilizzare l’AI Generativa per ottimizzare la SERP, con ripercussioni, senz’altro, importanti anche sulla SEO.
La ricetta di Google per battere la concorrenza? Integrare l’AI Generativa nel suo motore di ricerca
Google moltiplica gli sforzi per essere sempre più competitiva nel settore dell’AI, ormai in grossa ascesa. In una recente intervista, il CEO Sundar Pichai ha rivelato che c’è l’intenzione di utilizzare l’AI Generativa per ottimizzare la SERP (Search Engine Results Page), integrandola nel celebre motore di ricerca. È prevedibile che questa scelta produrrà effetti importanti sulla SEO in quanto cambierà le modalità di ricerca sul web. La mossa strategica è dettata soprattutto dai progressi dei rivali in questo ambito, dopo l’arrivo prorompente di ChatGPT di OpenAI.
Microsoft, in particolare, ha già introdotto questa tecnologia nel suo Bing ponendosi in concorrenza diretta proprio con Google, che dagli annunci di ricerca ricava la maggior parte dei propri introiti. Gli investimenti nell’AI sono le conseguenze di una scelta precisa e organica. Non a caso, negli ultimi tempi, sono state proposte innovazioni ed una quantità innumerevole di nuovi software in questo settore, tra cui spicca soprattutto Bard, che si basa su un modello di AI Generativa denominato Language Model for Dialogue Application (LaMDA).
Ma non finisce certo qui. Secondo alcune indiscrezioni pubblicate recentemente sul New York Times, il nuovo motore di ricerca di Google, nome in codice “Magi“, si servirà di un chatbot per leggere le informazioni più importanti sulle pagine web per poi condividerle direttamente nell’interfaccia utente. L’obiettivo del colosso di Mountain View è davvero sfidante: offrire le prime funzionalità del nuovo motore di ricerca a circa 1 milione di persone entro l’estate e a 30 milioni entro la fine dell’anno.