Il Metaverso è morto

Il Metaverso è morto, lunga vita al Metaverso

Per molti brand, il Metaverso è morto, “passato di moda”, soppiantato mediaticamente dalla potenza di fuoco di ChatGPT e dell’Intelligenza Artificiale. Eppure, da una interessantissima ricerca dell’ObservatoryZed, realizzata da Pierluigi Vitale (docente di Information Design all’Università di Salerno) e Serena Pelosi (linguista computazionale), in collaborazione con l’Osservatorio Metaverso, è emerso che, di Metaverso, si continua, comunque, a parlare in maniera molto capillare e diffusa.

Come è stata effettuata l’indagine

Nella ricerca “Dai Boomer agli Zoomer: il Metaverso è un nuovo scenario per i brand?”, sono stati analizzati 115.000 messaggi di utenti italiani, postati su Facebook, Instagram e TikTok da febbraio 2021 a dicembre 2022, riportanti una serie di keywords e hashtag sul tema, come, ad esempio, #Fortnite, #Reasondart, VR Chat, Second Life, Metaverso, #Roblox, Hevolus Innovation, Realtà Virtuale, Horizon Worlds, #decentraland, #Sandbox etc.

Quali sono i principali risultati della ricerca

Dall’indagine, è emerso che, su Facebook, il 90% del pubblico interessato al Metaverso è rappresentato da Millennial (o Generazione Y, i nati tra il 1980 e il 1996) e Boomer (o Baby Boomer, i nati tra il 1945 e il 1964), mentre su TikTok e Instagram, sono, invece, soprattutto gli Zoomer (o Generazione Z, i nati tra il 1997 e il 2012) a parlarne.

Un’altra sostanziale differenza fra i diversi social è rappresentata, anche, dalla tipologia di conversazione. Se su Instagram e TikTok, si parla di Metaverso, soprattutto, in relazione alla sua componente “giocosa” e “spensierata”, su Facebook, gli utenti ne sviscerano anche i risvolti più marcatamente economici e sociali.

Insomma, il Metaverso è morto? Non si direbbe.


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